Mi vergogno un po’ ad ammetterlo. Per cinque lunghi anni ho vissuto a Milano senza mai andare ad ammirare l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. Ho sempre dato retta a chi mi diceva che era necessaria la prenotazione e che ci volevano dei mesi per ottenere un biglietto. Il consiglio è di tentare sempre. Quando mi sono finalmente decisa a telefonare al centralino per avere informazioni e prenotare (trovate il numero sul sito web del museo), ho subito trovato posto per il giorno seguente.
Devo dire che ne è valsa la pena. Non si può spiegare a parole quello che il capolavoro di Leonardo riesce a comunicare. Si rimane lì, con la testa all’insù, in silenzio, imbambolati, a fissare l’opera. 15 minuti di pura magia. Infatti, esiste purtroppo un limite al tempo di visita. Per ragioni legate alla conservazione dell’opera possono entrare solo 25 persone ogni quarto d’ora. Ecco perché, senza prenotazione, è praticamente impossibile accedere al sito.
Il capolavoro di Bramante
L’Ultima Cena di Leonardo si trova sulla parete nord del refettorio del Convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, una chiesa meravigliosa progettata dall’architetto Donato Bramante. Entrambi, il dipinto parietale e la chiesa con annesso il convento, sono stati inseriti dall’Unesco (nel 1980) nella lista dei siti considerati patrimonio culturale dell’umanità.
L’edificio fu fondato grazie al contributo del conte Gasparo Vimercati, comandante delle milizie di Francesco Sforza. I lavori per la sua costruzione, con l’annesso convento dei Domenicani, iniziarono nel 1463. In seguito alla salita al potere di Ludovico il Moro (1480), sotto la direzione di Donato Bramante, si intrapresero i lavori di ampliamento e rinnovamento – in stile rinascimentale – del chiostro grande, dell’abside e della tribuna sormontata da una grande cupola. Alcuni storici ritengono che il Bramante sia stato responsabile del progetto iniziale, ma non abbia poi seguito i lavori veri e propri. Ludovico il Moro scelse la chiesa come luogo di sepoltura degli Sforza e nel 1497 fece seppellire qui la moglie Beatrice d’Este.
Non vi descriverò l’interno o l’esterno, nessuna parola tecnica o non tecnica può “rendere l’idea”; pubblico alcune foto, ma dovrete assolutamente andare di persona a vederla.
L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci
Il dipinto parietale – realizzato su commissione di Ludovico il Moro – è stato più volte restaurato; l’ultimo intervento si è concluso nel 1999 dopo vent’anni di lavoro. Già pochi decenni dopo la morte di Leonardo, l’opera aveva cominciato a deteriorarsi. Questo perché il pittore decise – volutamente – di non utilizzare la tecnica più resistente dell’affresco (che consiste nella stesura veloce del colore sull’intonaco ancora umido) a favore di un metodo sperimentale, che gli avrebbe garantito di intervenire sull’intonaco asciutto – tutte le volte che lo desiderava – per rendere maggiormente il chiaroscuro delle figure. Questa scelta di Leonardo rese difficile la conservazione dell’opera negli anni a seguire.
A differenza dei dipinti precedenti, nei quali veniva raffigurato il momento dell’identificazione del traditore Giuda, Leonardo scelse di rappresentare il momento immediatamente precedente, quello dell’annuncio: “Uno di voi mi tradirà”. Leonardo si concentra dunque sulle passioni che si scatenano nel gruppo degli apostoli all’udire l’annuncio.
Di fronte all’Ultima Cena, sulla parete sud, si trova invece “La Crocifissione” di Giovanni Donato Montorfano. Si ritiene che la mano di Leonardo Da Vinci sia presente anche in quest’opera: il celebre artista rinascimentale avrebbe infatti dipinto i personaggi di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, ai lati dell’affresco. Sono quelli peggio conservati.
Il costo del biglietto d’ingresso è di 12 euro, inclusi i diritti di prenotazione (2 euro). Sono previste riduzioni per alcune categorie (per esempio gli studenti, gli insegnanti e i giornalisti). Mi raccomando, non dimenticatevi di prenotare!!
A presto,
SophienVoyage
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