I suoi colori intensi e contrastanti e i suoi sapori prelibati – i capperi e l’uva zibibbo sono i suoi frutti più rinomati – vi faranno innamorare. E non vorrete più andarvene. Pantelleria – la perla nera del Mediterraneo – è un paradiso lunare sulla Terra, un’isola siciliana di origine vulcanica, selvaggia e incontaminata a poche miglia marine dalle coste di Tunisia e Libia. Visitandola vi sembrerà di fare un salto indietro nel tempo.
Le spiagge di sabbia non esistono; l’acqua dolce è merce rara, le rocce sono nere come la pece e la terra è brulla e secca, con sfumature che vanno dal rosso al giallo. Il mare è limpido e cristallino e non così facilmente accessibile come si immaginerebbe su un’isola; soprattutto la costa est, costituita principalmente da alte scogliere. Pensate che alcuni abitanti molto anziani si vantano di non aver mai toccato l’acqua del mare: «Siamo contadini noi, non pescatori». Ecco perché un giro in barca è d’obbligo!
Pantelleria è molto piccola e agevolmente visitabile nel giro di una settimana: la strada perimetrale che corre tutt’intorno all’isola misura circa 40 km. I sentieri di montagna (la vetta più alta, Montagna Grande, tocca gli oltre 800 m s.l.m) in confronto sono invece molto più estesi; in totale coprono oltre 100 km.
Per godere appieno della vostra vacanza dovete semplicemente affittare un dammuso (sono quelle costruzioni super affascinanti in pietra nera che vedete nelle foto, tipicamente pantesche) e noleggiare una piccola auto (una di quelle vecchie pandine Fiat sarebbe proprio il top), imboccare la strada perimetrale dell’isola e iniziare la vostra avventura.
Cose da non perdere
Arco dell’elefante: è il simbolo dell’isola, insieme al Lago di Venere. Si tratta di un’arco naturale di pietra (di origine vulcanica) la cui forma richiama quella del profilo di una proboscide di un elefante. Si trova sul lato est dell’isola e si può raggiungere in auto (la strada è stretta, ripida e semi sterrata come la maggior parte delle strade dell’isola, esclusa quella perimetrale).
Lago di Venere: è un lago che occupa una conca, cratere naturale di un antico vulcano. Si tratta di una delle principali sorgenti termali dell’isola con temperature tra i 35 e i 50 gradi. Luogo imperdibile per gli amanti del benessere, una spa gratuita a cielo aperto dove è possibile immergersi nelle acque benefiche, nuotare e fare i fanghi all’aperto. Per la pausa pranzo vi consiglio un’azienda agricola nelle vicinanze “MaRai”. Il lago si trova nella parte centrale dell’isola.
Grotta di Benikulà: conosciuta come “bagno asciutto” o “sauna naturale”, in realtà è un bagno turco all’interno di una piccola cavità, risultato dell’attività geotermica dell’isola (da una spaccatura nella roccia fuoriesce vapore acqueo, dai comprovati effetti curativi, a una temperatura di circa 40 gradi). Si può parcheggiare non lontano e raggiungere la grotta a piedi (10-15 minuti su un sentiero sterrato). La Grotta si trova nel lato ovest dell’isola.
Giro dell’isola in barca (video): Varie imbarcazioni offrono il tour di Pantelleria al costa di circa 50 euro (accettano da un max di 10 persone a un max di 50). Il giro dura circa 7 ore (parte dal porto del capoluogo, Pantelleria) e permette di immergersi nelle acque cristalline pantesche nelle varie calette dell’isola (in alcuni punti l’acqua è calda, sempre a causa dei fenomeni geotermici nel sottosuolo).
Balata dei turchi: caletta nell’est dell’isola, si può raggiungere in auto (il percorso non è per nulla agevole) per fare un bagno in quest’acqua azzurrissima e limpidissima. La strada fa un po’ paura, se riuscirete a non perdervi d’animo, sarete ricompensati dal panorama. Balata in siciliano significa “lastra”; è l’unico punto dell’isola in cui si trova una sorta di piattaforma naturale per tuffarsi.
Trekking & favare: le favare sono delle aperture nel terreno da cui fuoriesce vapore acqueo. Ci sono vari percorsi naturalistici per ammirarle.
Un’esperienza che vi consiglio è infine la degustazione/aperitivo al tramonto di vini e prodotti tipici. Potrete assaggiare vini, formaggi, olive e paté di capperi presso le diverse cantine e aziende agricole dell’isola (i prezzi sono variabili). La particolare tecnica di coltivazione della vite, cosiddetta “ad alberello”, praticata sull’isola è stata riconosciuta nel 2014 patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Da gustare insieme a un buon calice di bianco pantesco i paté di capperi in numerose varianti (con pomodorini, pistacchio, finocchietto).
Consigli pratici
Come arrivare: L’isola dispone di un aeroporto con voli diretti da Milano Malpensa, Roma, Palermo e Venezia. In alternativa ci sono i traghetti che salpano dalla Sicilia.
Dove alloggiare: L’esperienza più suggestiva è sicuramente quella di dormire in un dammuso (tipica casa in pietra nera locale, dalla forma cubica con una caratteristica copertura a cupola bianca). Difficilmente, però, i dammusi dispongono di un accesso diretto al mare. L’unica struttura che offre una piattaforma con accesso facilitato al mare tramite scaletta è il Mursia Resort (hotel a 3 stelle).
Dove mangiare: Ci sono moltissimi ristoranti e locali dove pranzare o cenare. Personalmente, per la cena (per il pranzo preferivo sempre insalata o toast al volo) mi sono trovata molto bene presso Altamarea, Il principe e il pirata e La Pergola (per la pizza).
Prodotti tipici: Per quanto riguarda il passito ho adorato Nès della Cantina Pellegrino, Ben Ryé di Donnafugata e quello della cantina Dietro l’isola. Per lo Zibibbo consiglierei: Gibilè di Pellegrino, Sora Luna di Basile e Maestrale di D’Ancona.
Spero di avervi dato indicazioni utili e di aver stuzzicato la vostra curiosità!
A presto,
SophienVoyage
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